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Immagine del redattoreLaura Pirotta

Colite e altri disturbi intestinali: significati psicosomatici

La colite è un processo infiammatorio a carico del colon (tratto terminale dell’intestino); comunemente il termine indica anche alcune forme di colonpatia funzionale caratterizzata dall’assenza di una infiammazione (sindrome del colon irritabile).


I sintomi più comuni sono:

  • diarrea intensa o frequente con compresenza di sangue o muco;

  • dolori addominali (soprattutto nel quadrante inferiore sinistro);

  • tenesmo rettale;

  • febbre;

  • gonfiore.

La terapia si focalizza sul ripristino dell’equilibrio idroelettrico attraverso somministrazione di cortisonici e l’intervento chirurgico è limitato ai casi gravi. È particolarmente utile e consigliata la psicoterapia poiché le cause spesso possono essere stress, stati d’ansia o spaventi improvvisi.


A livello psicosomatico, infatti, la colite è un’infiammazione legata all’emozione della paura.

Anche altri disturbi dell’intestino possono essere associati a questa emozione:

  • stitichezza che, come la colite, è collegata al fatto di trattenere le proprie emozioni, specialmente le proprie paure. La persona stitica tende a controllare tutto e ad avere paura di perdere il controllo. Per questo si attiene alle convenzioni e alle regole per cercare un senso di sicurezza. Inoltre, la persona stitica ha paura di lasciarsi andare a livello emotivo, mostrandosi debole correndo così il rischio di non essere amato per quello che è;

  • coliche o dolori progressivi causati da contrazioni sono il risultato finale di stress e tensioni eccessive date da un eccessivo autocontrollo. La persona trattiene tutto dentro senza lasciarsi andare;

  • flatulenze o gas intestinali, sintomi frequenti di un attaccamento a persone o situazioni non benefiche per la propria persona e possono essere il risultato della paura che deriva dal pensiero di lasciarle andare;

  • infiammazione dell’appendice che di solito è correlata all’emozione della rabbia rivolta contro qualcuno che abusa della propria autorità. Se la tensione diventa troppo forte, può causare una peritonite.

Le coliti rappresentano simbolicamente la volontà di eliminare con forza le parti di sé che non sono accettate consciamente e inconsciamente.

Si dice infatti che l’intestino sia come un secondo cervello, questo perché c’è una profonda connessione tra i due organi: l’intestino esprime tutto quello che il cervello -in particolare la psiche- non riesce a trattenere oppure a far fuoriuscire. L’intestino è autore di numerose spie che noi interpretiamo come manifestazioni di emozioni: farfalle nello stomaco, sensi di vuoto nella pancia, nausea, crampi, etc. Il primo luogo del nostro corpo in cui avvertiamo un cambiamento è proprio la nostra pancia.

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Elemento base sono le feci, prodotto principale dell’intestino. Esse sono simbolo di pensieri sporchi, ovvero ciò di cui vergognarsi (fantasie sessuali o di aggressività, intenzioni che violano la morale della persona stessa). Sono pensieri chiamati “bassi istinti”, cioè intenzioni che devono essere nascosti e spesso sottratti dalla coscienza, spinti giù in basso in modo da non riuscire a vederli e per poter essere eliminati posteriormente. Anche la modalità con cui vengono espulse ha un significato specifico: la scarica immediata è la riattivazione di un modo arcaico di evitare situazioni percepite come pericolose, è quindi una risposta alla paura di eventi specifici (come affrontare un esame) oppure a uno stato di allerta cronica che si verifica nei disturbi d’ansia.


Una persona che soffre di colite si sente sporca per via di tutti i vissuti negativi e vuole ripulirsi fuori e dentro. Questo disturbo è più frequente nelle persone che di solito sono ossessionate dalla pulizia e dall’ordine, in associazione a una meticolosità ostinata, con un grande controllo, rigore morale e atteggiamento passivo. A volte sono persone con una scarsa autostima, che tendono a cercare negli altri affetto e una figura di riferimento.


È molto importante, soprattutto quando si tratta di disturbi legati all’intestino, analizzare i fattori negativi e gli effetti della mente sul corpo per capire meglio cosa sta succedendo e come meglio affrontarlo.


Se dunque soffri di colite o altri disturbi intestinali (o hai dei familiari che combattono con questa situazione), non dimenticare di preoccuparti anche delle emozioni e del tuo benessere psicologico, tenendo in considerazione l’eventualità di effettuare un percorso psicologico per meglio gestire la problematica e accelerarne il processo di guarigione.


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